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IL CASO -Un paio di settimane fa l’ account facebook di Matteo Salvini, deputato della Lega Nord, è stato disattivato dai gestori del servizio senza una precisata ragione; dopo diverse mail, in cui chiedeva conto delle motivazioni di tale decisione, l’onorevole è passato al contrattacco depositando in parlamento un’ interrogazione con oggetto proprio la censura attuata dal famoso social network nei confronti suoi e di altre centinaia di utenti. La notizia rimbalza nel web, Salvini rilascia anche un’ intervista ad affaritaliani.it e ipotizzando sulle possibili cause dell’esclusione  si lascia andare a considerazioni decisamente poco diplomatiche:

“La sinistra ha fatto ostruzionismo alla Camera dei Deputati, e ha parlato per cinque ore filate: le alternative erano il suicidio o il computer. E quindi io sono stato lì, ad ammazzare il tempo, smanettando con la mail e con Facebook. Sono stato collegato un sacco di tempo, e magari avrò fatto troppe robe. Però cavolo, che almeno ti avvisassero!”

IL MERCATO della RETE – La mossa di Salvini è volta più che altro a creare attenzione intorno alla censura operata dal social network nei suoi confronti, anche il deputato sa infatti che  nessun organo istituzionale può intervenire nel merito di decisioni di privati (singoli o aziende che siano), ma era certo che, alla notizia, sarebbero stati gli utenti stessi a disertare, almeno in parte, un servizio che avrebbe perso di credibilità. Il liberalismo sui cui si fonda il sistema “internet” avrebbe inevitabilmente screditato Facebook agli occhi dei suoi consumatori\utenti che si sarebbero potuti benissimo rivolgere alla concorrenza, relegandolo a piattaforma esclusiva di un certo target politico e facendo di conseguenza diminuire visitatori ed introiti pubblicitari. Ed infatti, appena diffusasi la notizia, Facebook ha immediatamente riattivato il profilo dell’ On. Salvini, forse più per tutelare la propria immagine che per scongiurare l’interrogazione parlamentare (peraltro non ritirata), ma è riprova del fatto che nel libero mercato è il giudizio dell’ utente a decretare il successo dell’ impresa al contrario di quello che succede in altri canali mediatici.

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