….dicono che le televisioni sono controllate dalla nostra parte politica, ma è esattamente vero il contrario….La terza rete Rai è una macchina da guerra contro di me e anche le mie televisioni remano contro. Per quanto riguarda i telegiornali c’è solo un tg, che fa l’8%, quello di Emilio Fede, che sostiene apertamente il Governo, ma lo fa in maniera piana, senza attaccare e insolentire gli altri….
Silvio Berlusconi 27.01.2006
Venerdì scorso (21.11.08 NdA) è stato presentato lo studio dell’osservatorio di Pavia intitolato “La sicurezza in Italia: significati, immagine e realtà” che analizza la percezione di sicurezza della popolazione in relazione ai mezzi di informazione, in particolare alla televisione. Nella prima parte, alla domanda: “Secondo lei c’è maggiore o minore criminalità in Italia rispetto a 5 anni fa? ” l’ 81% risponde che la criminalità è cresciuta, ma alla richiesta : “Secondo lei c’è maggiore o minore criminalità nella zona in cui vive rispetto a 5 anni fa? ” solo il 39% degli intervistati risponde maggiore. Infatti l’opinione pubblica, e quindi la percezione di sicurezza, non è generata soltanto dal contesto in cui si vive ma, soprattutto, dalle notizie che si apprendono dai mezzi di comunicatione.
Nella seconda parte si analizza poi più in dettaglio il rapporto tra sicurezza percepita e notizie diffuse dalle televisioni. Andando a guardare la figura 1 (click per ingrandire) si nota subito come nel periodo del governo Prodi, nonostante il calo del numero dei reati, le sei reti nazionali abbiano dedicato molto spazio alla cronaca generando un crescente senso di insicurezza nella popolazione (linea beige in centro), e come queste siano calate nel periodo immediatamente precedente le elezioni.
La figura 2 è però molto più inquietante. Infatti l’andamento delle notizie di cronaca, comparato tra Rai e Mediaset, mostra come i palinsesti siano perfettamente paralleli, indice inequivocabile di come viene vissuta la concorrenza televisiva in Italia. I casi sono due o rai e mediaset si copiano i telegiornali perchè non riescono a trovare argomenti nuovi di cui parlare o, caso ben più grave, la linea editoriale dei telegiornali è “suggerita” da un unica regia. E questa non ha certo favorito il centrosinistra nelle ultime elezioni, nonostante quella “macchina da guerra” di Rai3.
Per chiunque volesse approfondire: La sicurezza in Italia: significati, immagine e realtà
‘namo bene…
e poi dicono che la TV non conta niente!!!
Tutte balle, è una ricerca fatta ad hoc per Repubblica, noto mezzo di propaganda della peggiore sinistra, quindi non affidabile.
Un prodotto per il lettore tipo di repubblica.
Ti fanno credere quello che vuoi credere.
Le referenze dell’osservatorio di Pavia:
http://www.osservatorio.it/ist/profilo.php
@markus
ti fa comodo dire questo perchè devi negare, ma i numeri sono numeri, e i dati sono dati! Certo sei subito pronto a credere che ll piduista ha il 72% dei consensi perchè te lo dice lui, poi il PdL in Trentino non arriva al 13% (più che dimezzato), ma naturalmente questo è un dato falso messo in giro dal minculpop di sinistra… più passa il tempo e meno vi si crede, NON siete più credibili !
Salve. Aggiungo un particolare che forse può essere interessante e che la ricerca, che è incentrata sull’informazione, sottolinea solo di sfuggita.
Date un’occhiata al punto 5 del commento introduttivo (pp.3-4), dove si sottolinea il particolare legame tra le persone più insicure e il numero di ore trascorse di fronte alla tv: secondo svariate ricerche (quelle di Altheide, che ha studiato gli USA, ad esempio), non sono tanto i telegiornali ad alimentare le paure nel pubblico, ma i programmi di intrattenimento, spesso pomeridiani o comunque “leggeri” e di intrattenimento in quanto rivolti ad un pubblico femminile o giovanile.
L’uso politico (oltre che commerciale) della paura è una prassi consolidata negli USA. E ha contribuito alla vittoria di Bush nel 2004 e a far passare provvedimenti come il Patriot Act. Nulla di nuovo sotto il sole. Anche sul fearmongering arriviamo buoni ultimi come sempre.
Del post di markus (che, sia chiaro, è liberissimo di pensarla come vuole) accolgo la frase di chiusura. Un buon consiglio da tenere presente ogni volta che ci viene presentata una notizia. Indipendentemente da chi sia colui che ce la presenta.
La scienza dell’informazione dimostra come i mass media hanno il potere di modificare il comportamento umano.
Il sonvenzionamento pubblico ai giornali serve a mio avviso per tenerli sotto controllo, pena l’eliminazione dei sonvenzionamenti.
Buon lavoro!
grazie