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l'espresso

Fonte: espresso.repubblica.it

IL RINVIO A GIUDIZIO – Oggi la procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per 34 indagati dello scandalo Telecom-Sismi, tra questi alcuni responsabili della sicurezza aziendale, al cui vertice era Giuliano Tavaroli, l’investigatore privato Cipriani, l’ex vice capo del Sismi Marco Mancini, diversi tra finanzieri, pubblici ufficiali, esperti informatici, giornalisti oltre che le società Telecom Italia e Pirelli, ma non il loro presidente Marco Tronchetti Provera che si è sempre proclamato estraneo alla vicenda.

LO SCANDALO TELECOM – Il caso scoppiò nel 2006 a seguito di indagini distinte che fecero emergere come la sicurezza Telecom-Pirelli stesse raccogliendo informazioni riservate su politici, personaggi famosi, giornalisti, ma anche semplici azionisti, fornitori e clienti. Emblematico è il caso del sig. Fialdini Brigidino che, avendo scritto alla presidenza Telecom in qualità di piccolo azionista per lamentare i malfunzionamenti del servizio adsl,  si ritrova a casa un equipe di tecnici che sì gli sistema il modem, ma pone anche i suoi telefoni sotto intercettazione.In un’altra occasione, nel 2004, due finanzieri si presentarono da un rivenditore, Astigiana Gomme, chiedendo di poter avere l’elenco dei fornitori. Il gommista, dopo aver consegnato i documenti richiesti si rese conto di essere stato raggirato e denunciò il fatto; si scoprirà poi che i due erano finanzieri corrotti al soldo di Cipriani che indagava sui rivenditori di gomme per conto della Pirelli. Dopo le indagini, negli uffici di Telecom alla fine si troveranno 4200 dossier riguardanti altrettante persone tra cui la stessa moglie di Tronchetti Provera, Afef.

LE DICHIARAZIONI – Intervistato da Fabio Fazio a “che tempo che fa” (qui il video) il presidente di Pirelli dice che le informazioni raccolte non contengono nulla di eversivo, che sono probabilmente imputabili ad un uso fuorviato della sicurezza aziendale, di cui lui non era ne promotore ne a conoscenza, e che gli unici ad aver avuto oggettivi guadagni sono i fornitori Telecom (Cipriani e soci) che si sarebbero appropriati di fondi aziendali.

“…credo che si sia creato un sistema deviato di raccolta d’informazioni in maniera inlegale considerando che quella fosse la “missione aziendale” della sicurezza; a cosa questo servisse o se servisse a qualcun’ altro non lo so, è chiaro che non serviva ne a Telecom ne a me…” Marco Tronchetti Provera   12.10.2008

CUI PRODEST? – Dunque o Tavaroli ha agito per conto suo allo scopo di favorire l’azienda, in maniera modesta, senza renderne patecipi i vertici, o si dovrà cercare un altro soggetto che avesse interesse nello spiare contemporaneamente un rivenditore di pneumatici ed un anziano azionista con problemi al modem adsl, oltre a tutti gli altri 4200 schedati. Forse il processo che inizierà riuscirà, se non a condannare i colpevoli, quantomeno a stabilire una verità storica sulla vicenda che promette ancora molti colpi di scena. Chiudo con una dichiarazione del principale imputato:

“Nessuno avrà interesse a celebrare il “processo Telecom”……. Ma io non sono, e non farò, né accetterò mai di essere il capro espiatorio di questo affare. Io vorrò con tutte le mie forze il processo e nel processo vorrò vederli in faccia ripetere quel che hanno riferito ai magistrati. Il mio vantaggio è che tutti hanno mentito in questa storia, e io sono in grado di dimostrare che le informazioni che ho raccolto sono state distribuite in azienda perché commissionate dall’azienda e nel suo interesse….. Ne ho sentite di tutti i colori. Come Marco Tronchetti Provera che nega di aver mai avuto conti all’estero, come se non sapessi che per lo meno fino al 2006 i suoi conti erano a Montecarlo.” Giuliano Tavaroli 21.07.2008

Se qualcuno volesse approfondire:

Puntata di Report del 25.03.2007  “Telecom: debiti e spie” di Sigfrido Ranucci

L’intervista di Tronchetti Provera a “che tempo che fa”

Wikipedia: Lo scandalo Telecom Sismi

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